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A pedali tra le anse del Tagliamento

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Le acque cangianti del lago di Cavazzo risplendono sotto i raggi del sole, danzando armoniose al ritmo della brezza mattutina friulana. Le bici sono pronte, le borracce piene d’acqua fresca, l’umore è a mille, siamo in pace con il mondo. Il bacino lacustre è il punto di partenza del nostro fine settimana friulano in bicicletta che ci permetterà di pedalare nella valle del But e lungo la ciclovia Alpe Adria.

La riva occidentale è percorsa da una suggestiva strada a picco sull’acqua, il punto di vista cambia ogni metro regalando scorci ameni su questo angolo inedito di Carnia. Costeggiamo il lago di Cavazzo (noto anche come lago dei Tre Comuni) in direzione di Tolmezzo da dove poi proseguiremo verso la Valle del torrente But.
Una prima selletta mette alla prova le gambe ma il dislsivello minimo e l’ombra creata dai boschi che cingono la strada facilitano lo scollinamento. Il percorso cicloturistico FVG8, conosciuto con il nome di Itinerario Carnico, si dilunga nelle principali valli della Carnia lungo strade secondarie e piste ciclabili permettendo agli amanti della bicicletta di scoprire in sicurezza questi luoghi spesso poco conosciuti ma suggestivi.

 Lago di Cavazzo

Lago di Cavazzo

Nei pressi di Cavazzo Carnico imbocchiamo la pista ciclabile, prima asfaltata e poi sterrata, del tracciato FVG 8: curata e battuta dai ciclisti locali, si insinua tra i boschi verdeggianti della Carnia regalandoci refrigerio e un pizzico di avventura. Pedaliamo felici e spensierati in attesa di attraversare il fiume punto di riferimento di tanti torrenti e rivoli, il Tagliamento.

Il Tiliment (in friulano) con i suoi canali intrecciati e la sua biodiversità è chiamato anche Re dei fiumi alpini e non poteva essere altrimenti: la limpidezza delle acque dolci che, ramificandosi, delineano la morfologia del territorio, lascia davvero senza fiato. Il ponte sul Tagliamento è imponente e lo pedaliamo tutto d’un fiato raggiungendo Tolmezzo.

Ciclovia Alpi Carniche

Ciclovia delle Alpi Carniche

La cittadina di Tolmezzo è lambita a sud dal fiume Tagliamento e ad ovest dal torrente But che nasce nei dintorni di Timau, ai piedi del Passo di Monte Croce e dell’Austria. Dal centro urbano attraversiamo il But ritrovandoci trasportati in un paesaggio incantevole fatto di acqua cristallina, passerelle ciclabili e segnaletica chiara, un vero paradiso per i cicloturisti.

Ciclabile Valle del But

Ciclabile Valle del But

La pista ciclabile sfiora i paesi della valle inoltrandosi poi tra i campi coltivati a frumento e i prati fioriti. Il But compare e scompare vestendo al meglio i panni di un umile protagonista. Il tracciato FVG 8 alterna tratti asfaltati a facile sterrato superando i borghi della valle e mostrandoci colline sormontate da antichi santuari, luoghi apparentemente remoti e di sicuro mistici. Saliamo dolcemente e le gambe quasi non se ne accorgono. Uno scoiattolo ci guarda immobile dal suo albero, penserà di sicuro a quali strane creature a due ruote popolano la pista ciclabile. Ad Arta Terme il tracciato attraversa la strada e con una breve ma decisa salita entra nel bosco trasformandosi in pista sterrata. Viviamo uno tra i passaggi più suggestivi della giornata proprio in questo frangente: un arco naturale si è delineato negli anni, un tunnel verdeggiante sotto il quale ci si sente al sicuro, protetti dal sole troppo caldo o dalla pioggia troppo fitta. Spuntiamo a Paluzza, il principale centro della Valle del But, dopo 35 km. La conca di Paluzza è cinta da alcune montagne della Carnia che superano i 2000 metri. Nei dintorni parte anche la strada che si arrampica sullo Zoncolan, celebre salita di molte edizioni del Giro d’Italia.

Valle del But verso Paluzza

Valle del But verso Paluzza

Proseguendo per la Valle del But in una decina di chilometri si potrebbe raggiungere Timau, una sorta di enclave tedesca ai piedi del Passo di Monte Croce, ma per oggi abbiamo deciso di dedicarci ad altri piaceri… quelli enogastronomici. Davanti ad una birra ghiacciata e ad un panino con prosciutto e formaggio locale ci godiamo il meritato riposo prima di riprendere la strada del ritorno lungo il But.

Al lago le spiaggette e l’acqua calma invitano ad un tuffo refrigerante al quale è impossibile resistere. Nel periodo estivo in Friuli si tengono decine di succulente sagre come quella del frico, il piatto più caratteristico della regione. I cartelloni colorati ci attirano di continuo ma per stasera decidiamo di raggiungere il Bed and Bike San Gallo di Moggio Udinese, riposarci un pochino e cimentarci nella camminata notturna all’abbazia benedettina del 1085, oggi monastero di clausura.

Il sorriso di Giovanni ci accoglie a Moggio. La sua struttura si trova lungo la ciclovia Alpe Adria percorsa ogni anno da migliaia di cicloviaggiatori. Il bed and bike offre un alloggio piacevole a chi, dopo una faticosa giornata sui pedali, vuole riposarsi in un luogo tranquillo a due passi dal centro paese. Ed è proprio in centro che sorge la Locanda San Gallo dove gustare prelibatezze friulane. La serata passa veloce programmando il prossimo itinerario a due ruote sotto le stelle della notte friulana.

Ciclovia Alpe Adria

Ciclovia Alpe Adria

Il richiamo dell’estate, delle farfalle e della Natura sono la chiave di volta della nostra seconda giornata friulana in bicicletta. L’itinerario non poteva che partire da Venzone nel giorno della festa della lavanda.

Le biciclette viola come il profumato fiore, punteggiano ogni vicolo della cittadina fortificata facendoci sentire completamente a nostro agio. Dalla bella Venzone passa la ciclovia Alpe Adria che collega Salisburgo a Grado. Di recente, proprio in questa zona, l’itinerario della ciclovia è stato migliorato: tra Venzone e Gemona infatti la vecchia ferrovia è stata convertita in una facile pista ciclabile adatta anche alle famiglie con bambini. Decidiamo comunque di percorrere il vecchio tracciato dell’Alpe Adria sulla sponda opposta del Tagliamento per poi tornare al punto di partenza dalla vecchia ferrovia appena inaugurata.

Vecchia Ferrovia in bici

Vecchia Ferrovia in bici

Attraversiamo il fiume che nella piana di Venzone scorre occupando un vasto letto di ghiaia. Le montagne della Carnia sono lo scenario perfetto per un’avventura in bicicletta. A Pioverno deviamo verso sud seguendo il corso d’acqua su una strada secondaria ombreggiata. Nella stagione estiva centinaia di cicloturisti percorrono la ciclovia dell’Alpe Adria ogni giorno: c’è chi viaggia da solo, chi in gruppo, chi con la famiglia, chi da nord verso sud, chi da sud verso nord… viene da chiedersi: perché andare al mare in auto, se si può pedalare lungo l’Alpe Adria fino a Grado?

Il paese di Bordano è decorato da vivaci murales che spiccano colorati sulle pareti degli edifici. In paese si può visitare la casa delle farfalle, un centro dove in ampie serre vivono decine di esemplari diversi di farfalle e insetti. Le indicazioni della ciclovia Alpe Adria a Braulins ci riportano sulla riva orografica sinistra del Tagliamento verso Pineta. Il caldo è quello soffocante estivo, il verde dei campi accompagna il nostro lento incedere e l’acqua corrente di un canale d’irrigazione è l’occasione giusta per rinfrescarci. Il frumento si alterna ad altre colture disegnando il paesaggio come un abile pittore. Raggiungiamo Osoppo e, incuriositi dalla segnaletica del forte omonimo, decidiamo di cimentarci nella salita al colle che sovrasta il paese. Il vecchio forte giace su più livelli in posizione panoramica. L’area che circonda l’edificio è ampia e invita ad un picnic.

Torniamo sui nostri passi e proseguiamo lungo l’itinerario FVG 1 in direzione di Rivoli. Un lungo rettilineo su strada bianca si immerge nella Natura facendoci riprendere fiato all’ombra degli alberi. Passiamo a ridosso di un’area sosta dove alcune famiglie trascorrono la domenica, ma ciò che davvero cattura la nostra attenzione è il colore dell’acqua che passa sotto le nostre ruote. L’acqua cristallina (e gelata) della risorgiva del Bars scorre quasi impercettibilmente. Un profumo delizioso ci afferra alla gola, obbligandoci ad una sosta culinaria. Un piatto di frico con patate e una birra ghiacciata sono il nostro meritato pranzo. Immergo i piedi nelle acque placide della risorgiva e mi sento in pace con il mondo.

Risorgiva del Bars

Risorgiva del Bars

Ripartire è sempre faticoso soprattutto se, come spesso facciamo noi, si riparte in salita. La risorgiva è un piccolo paradiso alle nostre spalle mentre lentamente pedaliamo tra pannocchie e girasoli. Superiamo il fiume Ledra e iniziamo a spingere sui pedali per affrontare metà della salita al monte di Buja. Le pendenze si fanno a tratti insidiose e quando la segnaletica per Artegna ci invita a seguire la discesa non possiamo che esserne felici. Gemona è vicina, sentiamo il profumo e scorgiamo in lontananza il suo campanile. Il primo impatto con il borgo che nel 1976 subì uno dei più violenti terremoti degli ultimi decenni è forte: il Duomo, maestoso e aggraziato, non nasconde le ferite ancora da rimarginare, ma la cittadina è vivace e il centro storico ci rapisce.

Duomo di Gemona

Duomo di Gemona

Da Gemona inizia l’ultimo tratto del nostro itinerario FVG 1, la nuova pista ciclabile per Venzone che ripercorre i binari dell’antico tracciato ferroviario dismesso da anni e riconvertito finalmente in ciclabile. All’uscita del paese, poco prima del lago di Gemona, le indicazioni parlano chiare: strettotie, ponti sospesi, corridoi naturali, la nuova ciclabile è uno spettacolo imperdibile. Giungiamo a Venzone pochi chilometri dopo, soddisfatti e conquistati da questo Friuli che ti stupisce sempre, che riesce in ogni occasione a sorprenderti con uno scorcio inaspettato, a questo Friuli che non lasceresti mai…

INFO PRATICHE
Alcuni consigli per i cicloturisti in viaggio in Friuli Venezia Giulia:
Club Bike Experience (alloggi per i bikers, servizi, bike Carnet).
Portale di promozione turistica del Friuli Venezia Giulia

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